Per descrivere Tarantola, ristorante immerso nel verde ai confini di Appiano Gentile (Co), occorre fare un paio di precisazioni. La prima è che Tarantola è il cognome della famiglia proprietaria, la seconda è che questo posto merita di essere provato anche solo per la gentilezza delle persone. Il resto lo fa la location, che con la brutta stagione può contare su un Giardino d’inverno con affaccio sul bosco; tanto che i più fortunati (o attenti), tra un piatto e l’altro, possono anche vedere qualche volpe. Quando il tempo lo consente, invece, oltre al solito patio, è possibile cenare, o pranzare, su un terrazzo fronte alberi o apparecchiati più intimamente nel bosco. E a questo aggiungiamo una carta dei vini tanto interessante quanto fornita, anche di rarità lariane, e un menù che comprende due percorsi di degustazione: uno di terra, uno di mare, ed entrambi sotto i cento euro. A proposito, anche nei piatti creati dallo chef Vittorio Tarantola (in sala ci sono le sorelle Amalia e Mara) la gentilezza è protagonista, insieme a quella freschezza vegetale di sottofondo che ne accomuna le portate. Perché le materie prime godono di un rispetto quasi evangelico, dai crudi di mare alla scaloppina di foie gras cucinata con mela verde, mango, zenzero e con una cottura a prova di Bibendum. Il tutto accompagnato, e concluso, dai prodotti della panetteria (poi anche pasticceria) sorta all’interno del paese laddove, nel millenovecentocinquantatre, nacque il tutto.