Alessandro Rossi ha trentatré anni e convive con una stella Michelin da quando ne ha ventiquattro. Una l’ha conquistata al Gabbiano 3.0, anima gourmet di un insieme del sapore che trova agio sul porto della Marina di Grosseto e che comprende anche una steak house, un cocktail bar e un ristorante balneare. Non solo, perché lo chef è anche il più, si fa per dire, vecchio del gruppo: sala compresa. Un tocco di giovinezza che rende, al di là delle portate, l’esperienza garbatamente più vivace. A partire dall’empatia del sommelier di casa, Marco De Signoribus, e delle sue scelte azzardatamente ragionate (ed è un complimento). Ma torniamo al lavoro di Alessandro Rossi. Il suo ricettario è in perpetuo movimento così come lo è la stagionalità che segue, in mare come nell’entroterra. E allora l’ingresso è affidato, tra gli altri, a cracker di melanzane e praline al cioccolato con un’anima di fegatini, mentre i menù degustazione si fanno in tre. Uno da cinque portate, S’ode ancora il mare, uno da sette, Traversando la Maremma Toscana, e uno da dieci, scelte dallo chef: Siediti, rilassati e mangia. Percorsi dove le Tagliatelle di calamaro sono accompagnate da crema pasticcera alle alghe e doppio consommè di pollo, la Rana pescatrice da acciuga, erba cipollina, spugnola e gota, mentre l’Anguilla è cucinata con lattuga e kefir, peperone arrosto, e l’Agnello invece è animato di erbe piccanti, senape, bieta. Il tutto con la complicità dell’orto di casa.


