Non poteva che chiamarsi Cave Mont Blanc e non poteva che essere sulla vetta più alta d’Europa. Stiamo parlando della cantina che, con i suoi duemilacentosettantatre metri sul livello del mare, non ha eguali nel Vecchio Continente. Per raggiungerla, e a partire dal prossimo febbraio tornare a visitarla, basta fermarsi nella stazione intermedia di Skyway, la funivia che collega Courmayeur a Punta Helbronner e che, rispetto alle pupitre valdostane, si trova oltre milleduecento metri più sù. Restando a metà strada, come detto, ci si può confortare con le bollicine dei ghiacciai figlie di quel vitigno autoctono che è il Prié Blanc e che è coltivato nei vigneti di Morgex e La Salle. Una volta prodotto, il vino fermo viene portato tra le mura della Cave Mont Blanc per rifermentazione, tiraggio, presa di spuma, affinamento e sboccatura. Una volta completato il metodo classico è il momento dell’etichetta, Cuvée des Guides, dedicata alla più antica associazione di guide alpine italiane: quella di Courmayeur. E se nel caso la si voglia stappare in cima, a Punta Helbronner, magari al Ristorante Alpino al Pavillon o al Kartell Bistrot Panoramic, bisogna ricordare che a quell’altezza, e a causa della pressione, le bollicine si comportano in modo diverso rispetto alla pianura, così come l’alcol, che…
(Andrea Guolo)